Ormai anche questo
anno volge al termine. Natale è passato e tutti fervono nei preparativi per festeggiare
l’anno venturo, come se quello vecchio potesse essere esorcizzato, cancellato.
Sarebbe bello credere
che nel 2016 andrà tutto bene, che ci sarà meno disoccupazione, che noi tutti
torneremo ad avere dignità come lavoratori, ma non sarà così.
Molti di noi saranno
ancora inattivi a riempire le file dei disoccupati e degli inoccupati. Molti di
noi saranno ancora persi e disillusi.
Potrebbe sembrare una
demotivazione questo discorso, un invito alla rassegnazione. Invece dobbiamo,
dobbiamo festeggiare.
Arrenderci non ci
servirà a niente. Anche se è una frase scontata, anche se è una frase sulla
bocca di tutti, anche se non ci crediamo più, non arrendersi è la formula giusta.
Perché è vero che ora c’è crisi, è vero che le cose nel nostro paese non vanno
bene e che alcune volte partire è la soluzione, ma è anche vero che i momenti
di crisi ci sono sempre stati.
Ogni generazione è
stata messa alla prova in qualche modo. Avere la strada spianata e un futuro
facile non ci renderà persone migliori, solo dei cittadini pigri.
È un discorso generale
diretto a tutti, non solo ai giovani, ma
sono questi che devono darsi da fare perché sono il futuro e perché hanno la
giusta energia.
La nostra deve essere
una rivoluzione, una ribellione pacifica e intellettuale, difficile ma
necessaria. Basta pensare che il mondo va male e che non ci si può fare niente,
basta pensare di mollare e di abbandonare tutto. Chiunque può cambiare qualcosa
nel suo piccolo, in quanto essere umano, in quanto cittadino.
Dunque non rinunciate
ai buoni propositi, all’ottimismo, ad avere fiducia a pensare che andrà bene se
vi impegnate. Accogliete i dubbi e lo scetticismo ma trasformatelo in un arma
per rendere questo posto un paese migliore.
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